Contrada Porta Fiorentina
Palio

Palio

Come nasce il palio?

La sera di Mercoledì 16 aprile 1969, nella sala del Consiglio Comunale, venne fatta una riunione per discutere sulle attività della Pro Loco del 1968. I membri del consiglio della Pro Loco si trovarono in netto contrasto fra loro. Si formarono così due schieramenti che si potrebbero definire: il gruppo degli anziani (Brotini Remo, Bargi Primo, Santini Guido (Presidente della Pro Loco) e Micheli Giovanni) e il gruppo dei giovani (Brotini Sergio, Cinotti Luciano, Innocenti Siro e Fiumi Bruno). Il gruppo giovani e altri non facenti parte del Consiglio della Pro Loco, fra i quali Bargi Anna, Santini Daria, Ciattini Carlo (Don Carlo), Pezzatini Giovanni, Mancini Brunero, Verdi Antonio, Selmi Antonio, partirono in quarta. Si pensò ad un gioco dell’ oca che coinvolgeva il paese intero. Per gli addobbi era stato pensato ad una illuminazione ad olio. Per questo motivo partirono per il Comune di Firenze Anna Bargi e Antonio Di Leo per chiedere se era possibile avere in prestito o a noleggio quelle famose padelle ad olio che venivano messe alle finestre di Palazzo Vecchio a Firenze. Il signore che li ricevette fu gentilissimo ma disse che era impossibile avere questo materiale. C’era però la possibilità di fare addobbi con le bandiere con il giglio fiorentino che in varie occasioni il Comune di Firenze dava in prestito. Queste pero’ erano gestite dal magazzino del Calcio Storico Fiorentino presso il quale dovevamo rivolgersi. Bruno Fiumi a quell’epoca era tamburino della manifestazione fiorentina, fu per lui facile parlare con Luciano Artusi che ne era il massimo dirigente e grande appassionato di storie medicee e di giochi in costume, autore di varie pubblicazioni sull’argomento. Venne fissato un incontro per la sera del 14 maggio 1969. Luciano Artusi fu puntualissimo. Si dimostrò molto interessato, non era però molto convinto del gioco dell’oca perchè, secondo lui, troppo dispersivo. Egli consigliò di concentrare tutto nello spazio che si trova davanti alle imponenti scalee del Buontalenti che meglio non poteva esserci come scenario e come ambientazione storica. Ci disse anche che una cosa simile veniva fatta da poco a Scarperia dove partecipava un folto gruppo del Calcio Storico con musici e sbandieratori. Disse infine che lo stesso trattamento potevano farlo anche a noi, sempre che la manifestazione fosse consona alla loro presenza. Fu subito presa al volo la proposta anche se si doveva ricominciare tutto da capo. Addirittura furono fatte subito delle proposte di giochi. Il tiro della fune ebbe larghi consensi, poi si parlò di corsa nei sacchi, ma dopo aver saputo dallo stesso Artusi che a Scarperia facevano una corsa nelle bigonce, spiegandoci come, subito adottammo questa idea come secondo gioco, però con un sistema diverso di corsa. Ricordando poi altre manifestazioni storiche che si svolgono in altri paesi e scartata per ovvie ragioni una gara con cavalli, si scelse il tiro con la balestra. E questo fu il terzo gioco. Infine Alvaro Selmi (Raro) disse di aver visto una gara dove i concorrenti stavano sopra a due mattoni e senza poggiare i piedi per terra li portavano avanti uno per volta. Ci riservammo di fare una prova ma come ben sapete questo fu il quarto gioco anche se i mattoni diventarono troppoli in legno e, dopo il primo anno, da due furono portati a tre. Ci lasciammo con il proposito di studiare altre gare e con l’impegno, nei confronti di Luciano Artusi, di far pervenire a Firenze una richiesta scritta per ottenere la presenza del Calcio Storico alla nostra prima manifestazione, correlata da un programma dettagliato. Fu allora un frenetico susseguirsi di preparativi, di nuove idee, di iniziative. La prima (la piu’ importante) fu quella di stabilire quante contrade dovevano essere costituite, come chiamarle, quali colori dovevano avere e i confini dei loro territori. Fiumi preparò artigianalmente un approssimativa, ma leggibile, pianta del paese sulla quale lavorammo per fare una ripartizione equa del territorio. Scartati i vari nomi proposti come: Porta Empolese, Porta Fucecchiese, Porta Vinciana, Porta Pistoiese ecc. furono scelti quelli di:

  1. Porta a Palagio riferendosi alla porta dello Sdrucciolo dove sopra si trovava il palazzo del Podestà di Cerreto e che presumibilmente il suo accesso sarebbe stato vigilato da una scorta armata.
  2. Porta S. Maria a Pozzolo per un antico pozzetto vicino al quale fu costruito l’Oratorio di S. Maria (Madonna delle Grazie) fra il 1336 e il 1337 .
  3. Per Porta Fiorentina non ci furono problemi perchè rendeva immediatamente l’idea della direzione alla quale conduceva la strada che da essa partiva.
  4. Maggior tempo fu perso per Porta Caracosta perchè mancava qualsiasi riferimento di direzione che potesse far nascere un’idea all’infuori del nome “Chiaracosta” che indicava una zona totalmente agricola la cui costa assolata, ricca di vigneti e buona terra, degradava fino al piano.

Tutto questo fermento e tutto questo movimento stava incuriosendo molte persone, i giovani in particolare. Furono coinvolti molti genitori per avere un figlio o una figlia che si vestiva da cavaliere o da dama o da concorrente. Le persone impegnate in questa avventura e ad indossare un costume cinquecentesco erano già oltre 50. Intanto il comitato si riuniva tutte le sere nelle case di chi gentilmente offriva ospitalità. In queste riunioni serali i componenti del comitato avevano varato anche il quinto gioco ed erano particolarmente felici perchè riservato alle donne. L’utilizzazione di queste come gareggianti è una cosa molto rara nelle manifestazioni storiche dove partecipano solo alle sfilate, vestite da dame, al braccio di un cavaliere. Proprio perchè si trattava di una gara riservata al gentil sesso non ci veniva in mente nessuna cosa all’infuori del gioco che facevano due ragazze che si lanciavano un cerchietto con l’aiuto di due bastoncini. Alternandosi, una effettuava il lancio mentre l’altra cercava di riceverlo infilandolo a volo. Nel nostro caso la ragazza era una sola e pertanto il cerchio doveva essere lanciato ad un bersaglio fisso. Nacque cosi la rastrelliera con le tre lance. Il primo di agosto Sergio Brotini e il Fiumi piazzarono un ombrellone in Fiera (piazza XX Settembre) e su un tavolino misero una macchina da scrivere e iniziarono a battere il programma definitivo del Palio del Cerro. Anche questo a scopo pubblicitario perchè non poche furono le persone che si fermarono a curiosare e a fare domande. Anna Bargi aveva coinvolto altre ragazze e donne per cucire bandiere con i colori delle contrade da mettere alle finestre. Carlo Ciattini faceva la spola Teatrale Fiorentina per noleggiare i costumi che occorrevano ai figuranti e per farsi confezionare le quattro bandiere ufficiali delle contrade. La Sartoria Teatrale ci avrebbe dipinto a mano e rifinito con passamaneria dorata, il Palio da consegnare alla contrada vincente. Poi cominciarono ad apparire le prime sarte come Alba e Rina Mazzei che con le loro mani cucirono il bellissimo vestito della Castellana. Lunedì 1 settembre 1969 -Tutto finalmente era pronto..Si poteva dare il via alla manifestazione, alla prima edizione del Palio del Cerro. Martedì 2 settembre 1969- A distanza di tanti anni ripensare alla vigilia e a quanto successe in quella magica serata genera ancora una grande emozione. Fu un enorme successo. E’ stata una grande soddisfazione perchè la manifestazione, iniziata da pochi, è andata poi avanti con la collaborazione e la partecipazione di tutto il paese. Alle ore 21 la piazza era gremitissima di gente, così pure sulle scalee fin sopra il piazzale della Villa dove si trovavano già pronti tutti i figuranti del gruppo di Cerreto. Davanti alla Chiesa, su delle tavole improvvisate, erano state messe due damigiane di vino. Il tutto vigilato da Renzo Santini che aveva con se anche due enormi ceste di vimini con dentro tanti sacchetti contenenti ciascuno due panini, uno al prosciutto e uno al salame, e della frutta. Questo doveva essere lo spuntino per i figuranti del Calcio Storico Fiorentino partiti da Firenze senza aver cenato. Alle ore 22 questi figuranti però non erano ancora arrivati e ci volle tutta la bravura dello speaker per tenere buono il pubblico che già rumoreggiava. Ad un tratto, lontanissimi, si udirono i cupi rimbombi dei tamburi fiorentini. Fu una cosa commovente. Qualche organizzatore pianse per la gioia e per scaricare la tensione nervosa accumulata in quella lunga ora di attesa. Il Calcio Storico entrò direttamente sulla Piazza fra gli applausi scroscianti di un pubblico entusiasta di questa bella apparizione. Poi salirono fino alla Chiesa per il meritato spuntino mentre i figuranti di Cerreto scendevano sulla piazza per iniziare la loro esibizione che fu intervallata dai musici e dagli sbandieratori del Calcio Storico. Tutto riuscì perfettamente e fu un grande successo. Questo primo Palio fu vinto dalla contrada di Santa Maria a Pozzolo. Sulla Nazione del 4 settembre 1969 Giovanni Michele scriveva un bellissimo articolo sul Palio di Cerreto. Ne riportiamo una piccola parte :” Il paese tutto faceva un colpo d’occhio magnifico prima dell’inizio delle gare; striscioni multicolori coi segni della contrada e bandiere di tutte le dimensioni su tutti i davanzali, le finestre, le porte dei negozi segnalavano gioiosamente la rinascita di questa antica tradizione rinascimentale del Palio. Cerreto Guidi era pavesata a festa, come nelle grandi occasioni, e forse più di sempre, perchè una festa così, nel nostro paese, non si era mai vista a memoria d’uomo”.